L’uso di un DPI marcato CE, ti rende “sicuramente sicuro”?
NO

Ti prego di osservare attentamente questo video.
Come vedete apriamo una scatola di una calzatura antinfortunistica, nuova.
La calzatura è marcata CE.

Prendiamo una vite e senza neanche fare troppa forza, proviamo a perforare la suola.

Come vedete, la suola è perforata.

Cosa è andato storto?
“Il DPI non è a norma”, penserai.
No, il DPI è perfettamente conforme alla norma EN 345.

Ma questo DPI non è stato progettato per proteggere dalla perforazione.
Infatti (non voglio annoiarti con annotazioni tecniche, ma è importante che tu lo sappia), questo DPI è una calzatura S1.

Se andiamo a vedere all’interno della norma tecnica cosa significa S1, significa che la calzatura ti protegge – per intenderci – dalla caduta di un oggetto sulla punta, ma non dalla perforazione.
Per questo rischio esistono altre calzature, sempre conformi alla norma tecnica EN 345, ma non S1. Sarà necessaria una S3 o forse una S1P.

Ma, al di là delle caratteristiche tecniche, è necessario che tu ricordi, stampi nella mente, due cose. Che tu sia un datore di lavoro o un lavoratore.

Primo: indossare un DPI non significa che tu sia protetto. Il DPI deve essere specifico per il rischio. Nell’ambito della famiglia di DPI che protegge un organo bersaglio da un rischio ci sono svariati diversi livelli di protezione.

Secondo: le caratteristiche specifiche, esatte, del tuo DPI o di quello dei tuoi dipendenti devono essere il frutto della valutazione dei rischi e riportati con esattezza, appunto, nel tuo DVR.

Quindi, cosa dovresti trovare scritto all’interno del tuo DVR riguardo – ad esempio – alle calzature antinfortunistiche?
Non solo “calzature antinfortunistiche”. O non solo “calzature antinfortunistiche EN 345”.
Ma: calzature antinfortunistiche EN 345 S1, piuttosto che S3, o S1P, o altri diversi codici di protezione.

“Ecco, è tutta teoria, la solita burocrazia, è troppo difficile”.
No, affatto. Soprattutto se hai pagato qualcuno per aiutarti a mettere in ordine la tua situazione.

E poi, io non vorrei essere il piede all’interno di questa scarpa. Non so tu…

A cura di Ezio Granchelli ... See more

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infortunio quando è colpa dell’operaio e si salva il direttore

Oggi siamo insieme all’avvocato Daniele Zaniolo per parlare di infortunio : quando è colpa dell’operaio e si salva il direttore?

Solitamente quando si parla di infortuni o mancate procedura di sicurezza si pensa sempre al datore di lavoro che per vari motivi non rispetta le norme vigenti e mette a rischio gli operai.

Tuttavia capita che l’infortunio sia dovuto alla negligenza di uno dei collaboratori, ma in questo caso, il datore di lavoro viene sempre imputato ugualmente?

Di norma le procure hanno l’abitudine di scaricare le colpe sempre sui responsabili e sugli organi che dovrebbero garantire la sicurezza negli stabilimenti.

Capita che però la negligenza sia talvolta l’unico reale motivo di un infortunio.

In questi casi, quando l’operaio è stato formato a dovere, dotato di tutti i dpi, con procedure di sicurezza ma ciò nonostante per un suo errore non ha eseguito o utilizzato gli strumenti di sicurezza e si procura un infortunio la colpa può venire attribuita solo a lui.

Esistono infatti delle sentenze tra cui la recentissima del tribunale di Ivrea, dove si è riconosciuta la piena esenzione della responsabilità del datore di lavoro.

Nel testo unico è scritto che il lavoratore deve attenersi alle indicazione che gli vengono fornite, salvo che le stesse siano pericolose o incongrue.

Se non lo fa, si assume la piena responsabilità delle sue azioni.

Il datore di lavoro deve altresì dimostrare che esiste un sistema di controllo e che fa attenzione all’operato dei suoi lavoratori.

Grazie ARS Edizioni Informatiche ... See more